20 Modi per rompere Linux
Linux è un sistema conosciuto per la sua proverbiale robustezza. Tuttavia esistono dei modi per “romperlo” e questo articolo, non senza una punta di ironia, spiega come mettere ko un sistema Linux perfettamente funzionante. In pratica si tratta di usarlo male o, peggio, utilizzarlo come fosse Windows 🙂
A parte certi aspetti ovvi, come terminare lo spazio sul file system (occorre dimensionare convenientemente le partizioni o utilizzare mount point opportuni), saturare la memoria disponibile (prevedere sempre una partizione o un file di swap), cancellazioni accidentali (usare con cautela l’utenza di root) o perdere le password, si evidenzia come in genere sia bene tenere sempre il proprio sistema in efficienza.
La parola d’ordine quindi è applicare gli aggiornamenti in maniera frequente e soprattutto critica (mai ciecamente). Se qualcosa dovesse andare storto per qualche motivo, si ha l’opportunità quantomeno di accorgersene subito. Bisogna prestare particolare attenzione soprattutto quando si applicano aggiornamenti di pacchetti di altre distribuzioni oppure scaricati in forma di sorgenti da compilare. Ugualmente l’aggiornamento di un kernel o la compilazione di un kernel custom richiedono una certa cautela (si consigliano sempre dei backup di sicurezza!).
L’ultimo suggerimento è quello di essere sempre cauti con le guide che si possono trovare su internet, backuppare i propri file di configurazione e non continuare a re-installare diverse distribuzioni Linux o versioni di Windows (per non compromettere il boot loader, che certo si può ripristinare ma occorre sempre un po’ di lavoro e di attenzione).
In definitiva, conviene sempre pensare bene a quello che si fa e soprattutto dedicarvi il giusto tempo.
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